mercoledì 25 giugno 2014

FURIA LETALE - LOCATION: FRANCIA





PARIGI


Il generale Claude Marini stava leggendo il rapporto informale inviatogli da Isabel con una mail appena giunta dalla sede operativa. Era in corso una riunione straordinaria, ma lui non se l’era sentita di partecipare, nemmeno in videoconferenza. Si sentiva particolarmente stanco, quella mattina. Stanco morto. Così non si era mosso da casa. Non si era nemmeno vestito, ed era rimasto in pigiama a bere caffè e a masticare il cannello della pipa spenta, con gli occhi persi oltre la vetrata del suo appartamento a contemplare il panorama di Parigi: vista sulla torre Eiffel. Come guardare una banale cartolina. Lui, mezzo italiano, era diviso tra sentimenti contrastanti: odiava e amava i francesi nello stesso tempo. Come del resto faceva con gli italiani. E con se stesso.














XIII ARRODISSEMENT


Scostò le tende del séparé che pendevano dal soffitto come sipari
teatrali, uscendo dalla zona dream. E si guardò attorno con attenzione, come per prendere coscienza di dove si trovasse veramente. Il suo rifugio da qualche mese: un loft di trecento metri quadrati ricavato all’interno di uno dei tanti magazzini abbandonati lungo la vecchia area portuale della Senna. Una zona particolare, protetta dalle frequenze elettromagnetiche dei ripetitori televisivi, grosse antenne che sorgevano poco distanti e che impedivano i controlli satellitari. Un luogo isolato, nella periferia del XIII arrondissement, che aveva acquistato usando uno dei suoi innumerevoli conti fantasma. Atto di proprietà intestato a una società inesistente.
La casa dei fantasmi abitata da un ex spettro.





Il jumbo jet privato della Zabrinsky Enterprise transitò nella pista di rullaggio. Il rumore dei suoi potenti propulsori calò d’intensità, mentre rallentava progressivamente, girandosi di centottanta gradi fino a fermarsi con il muso puntato contro l’ingresso del tunnel collegato all’arrival area.





HOTEL LOUVRE


 Hôtel du Louvre, place André Malraux, camera 333
Seduto nudo davanti allo schermo del computer. Il torso glabro. Muscoli e nervi. Con tante vene bluastre in rilievo. Confuse con un arabesco di tendini robusti, serpeggianti percorsi tubolari sotto la pelle abbronzata. Circuiti nervosi sui pettorali squadrati e tatuaggi sulle spalle e sulle braccia possenti: contorti serpenti avvolti in spire sulle fasce dei deltoidi e sui bicipiti. Capelli ricci. Sguardo da corvo. Profondo come una notte senza luna. Baffi sottili e pizzetto. Una catena d’argento al collo con un pendaglio a forma di “stella del mattino”. Ricordo del suo primo amore. Un tocco di ro- manticismo impregnato di nostalgia che non riusciva a mitigare o ad abbandonare del tutto.






SAINT-MARTIN-D'URIAGE - GRAND PIC DE BELLEDONNE
Dopo essersi fermata a fare il pieno in un piccolo distributore della Shell, aperto anche di domenica mattina, attraversò Saint- Martin-d’Uriage e si diresse verso il Grand Pic de Belledonne, direzione Guernon. In lontananza si cominciavano a intravedere le vette dei monti stagliarsi nel cielo.






SOTTERRANEI DI PARIGI

Continuò a spiare quei movimenti. Sagome indistinte stavano entrando nella dépendance sul retro del castello. Di lì si scendeva nel passaggio che conduceva alla rete sotterranea di Parigi. Il luogo che era stato il teatro finale della missione Darkeneye, qualche anno prima: la crisi che aveva visto coinvolta Lara Zabrinsky.
Perché ti stanno portando là sotto? Cosa vogliono farti?



Nessun commento:

Posta un commento