giovedì 5 giugno 2014

AGENTE NEMESIS - FURIA LETALE: LE ARMI DI BEKA







 
Con movimento rapido, Beka scosta i lembi del pastrano ed estrae due Colt Government dalle fondine ai fianchi. Sollevando le braccia simultaneamente, spara ai due uomini in piedi nella stanza, prima ancora che questi riescano a sollevare gli MP7 per eseguire l’ordine d’eliminazione. Pallottole con ogive di piombo tenero, devastano le loro casse toraciche.
L’uomo seduto cerca di impugnare la pistola, ma non è abbastanza svelto. Viene colpito alla gola e crolla all’indietro.
Gli sgherri all’esterno corrono dentro e lei li mette fuori gioco sparando all’unisono con entrambe le pistole: un proiettile alla fronte di ciascuno, esattamente alla radice del naso.
La donna ripone le Colt.
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Beka si fruga nelle tasche ed estrae uno stiletto a scatto K757 con il manico d’avorio. — Sai come viene chiamato l’alloggiamento della lama, in questo tipo di coltello? — Spinge il pulsante e fa scattare il tagliente all’esterno. — La denominazione è vagina, non ti sembra simbolico?
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Percorse con lo sguardo la rastrelliera delle pistole valutando i pro e i contro dei diversi modelli a disposizione. Prelevò una Ruger MKIII calibro 22 Long Rifle, canna segata a cinque centimetri, con silenziatore integrato AWC, perfetta da usarsi in un luogo chiuso e pieno di gente. Fece scorrere il carrello e provò lo scatto. Riem- pì un caricatore e lo posizionò nell’impugnatura. Colpo in canna, sicura inserita.
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 Beka lasciò partire il Kunai da lancio e colpì il ragazzino nel punto d’incrocio del fascio di nervi del trigemino, al di sotto della zona cloxomastoidea, due centimetri e mezzo sopra la confluenza energetica del purple chakra. Con la stessa forza di un battito d’ali di libellula, come recitava poeticamente l’assioma alla base delle tecniche paralizzanti della disciplina del Kyusho Jitsu.
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Estrasse la Glock 18 dall’ascellare sotto il giubbotto di pelle. Mise il colpo in canna. Ripose di nuovo la pistola nella fondina. Prese un respiro profondo. Si riempì i polmoni di aria e poi espirò di colpo. Per diluire il turbamento che stava provando.
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Beka sollevò il braccio armato e fece fuoco, a raffica. Spostando il braccio da destra a sinistra falciò i nemici: tre colpi ciascuno, esattamente al centro del petto. Toraci sfondati e spruzzi di sangue. I corpi che crollavano a terra con gli organi cardiaci esplosi.
...
Chinandosi sui corpi a terra, spostò il selettore della Glock sul tiro singolo e sparò alla testa di tutti, tanto per essere sicura. Sull’ultimo colpo il carrello della pistola rimase aperto. Aveva esaurito il caricatore. Ma non importava. La sua missione era stata portata a termine, nel sangue e nelle lacrime, e adesso doveva solo andare via, scappare da quell’incubo.
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Nemesis fece roteare la katana e falciò in orizzontale spostandosi verso destra. Hans usò la sua arma al contrario da sopra la testa, con sorprendente abilità: bloccò il colpo, clanc! Poi contrattaccò rapido come un fulmine, colpo calante e colpo crescente. Clanc, clanc... Le lame scintillavano nel clangore metallico degli impatti.
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Avanzava verso di lui, sulla sabbia bagnata e compatta della riva. Capelli rasati a zero. Occhi viola che sembravano bruciare. Flak jacket stretta sul torace nudo. Larghe braghe mimetiche che vibravano nel vento caldo. Le braccia tese lungo i fianchi. Due Sig Sauer 45, una nella fondina cosciale e una in cintura. L’apparizione di un angelo guerriero.
I pretoriani puntarono le armi per fare fuoco. Beka afferrò le impugnature delle semiautomatiche. Con un unico movimento fluido, privo di sbavature, estrasse e puntò a sua volta. Come in un duello. Destra e sinistra. Tirò il grilletto. Due spari. Le pistole sobbalzarono per il rinculo. I pretoriani caddero.
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Si era presentata al castello in ritardo di una ventina di minuti, a causa del traffico. Aveva scelto una mise elegante, ma non troppo: un tubino Forplay nero con scarpe décolleté in raso dello stesso colore, tacco di tredici centimetri. Dentro una borsetta in pelle aveva sistemato un revolver Smith & Wesson Airlite 357 Magnum con brunitura satinata e tamburo in acciaio inox.
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