martedì 10 giugno 2014

AGENTE NEMESIS - FURIA LETALE: LE ARMI DI SAFARIAN















Infilò i pantaloni che aveva lasciato in piega sopra il letto: neri con striscia blu scuro. Scelse scarpe morbide con tacco in gomma. Sulla camicia azzurro pallido con la pettorina ricamata indossò un doppio ascellare, con due Walther PPX calibro 40 munite di caricatori full size da quattordici colpi. Terminò la vestizione con la giacca a un petto solo, leggermente sfiancata, che metteva in risalto le spalle larghe.
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Dopo aver passato in rassegna le possibilità offerte, la sua scelta cadde su un’Uzi Pro, versione compatta e leggera in tecnopolimero della leggendaria pistola mitragliatrice israeliana, caratterizzata da un’impugnatura con paramano invece del ponticello al grilletto. Con una slitta sulla parte superiore della canna per il montaggio delle ottiche laser.





Come seconda arma scelse uno shotgun Fabarm Martial a canna accorciata, adatto all’uso in spazi angusti.




Infine optò per un paio di coltelli da lancio Down Under Kooka- burra, con fondina doppia a estrazione rapida.




































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Parcheggiò la Honda NSX, spense il motore e scese. Prese dal bauletto lo zaino militare, lo aprì. Scartò una confezione ancora nuova di cartucce calibro 12, ne prelevò una decina e se le distribuì nelle tasche del giubbotto. Da una custodia di pelle recuperò il fucile a canne mozze, una lupara siciliana originale a cani esterni, schiacciò il pulsante di sblocco della bascula per aprirla. Caricò le due camere di scoppio e richiuse con uno scatto del polso.





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