Tirandosi
su, in un groviglio di lenzuola, Beka cercò di deglutire l’angoscia che stava
stringendole la gola. Scese dal suo giaciglio: letto rotondo emicicloqueen size. Nuda e percorsa di brividi, recuperò il
kimono corto in raso bianco e lo indossò, poi prese l’iPhone dal comodino.
Richiamò un file dalla libreria musicale e fece partire un brano in connessione
wi-fe con le casse acustiche impiantate nelle pareti. Linda Perry con il brano:
Fly away, perfetto per
il suo stato d’animo.
«Cidade du
Sol è una moderna città africana costruita da investitori cinesi in Angola.
Sorge iu un luogo isolato a trenta chilometri dalla città di Huambo nella
regione dell’altopiano del Bié. È costituita da oltre 750 edifici. Una dozzina
di scuole. E più di 100 locali commerciali. Peccato che non ci siano abitanti».
Beka guardò
la serie di immagini riprese dal satellite che campeggiavano sullo schermo.
Edifici alti, nuovi fiammanti. Strade a sei corsie deserte spazzate da nuvole
di sabbia. «Sembra uno scenario apocalittico!», commentò.
«Mi ricorda
un racconto che ho letto qualche tempo fa, dove un virus riducevain polvere tutti gli esseri umani…»
Beka cercò
di tagliare corto. «Per quale motivo hanno costruito questo posto?»
«Si ipotizza
che faccia parte di un piano strategico di colonizzazione portato avanti dal
governo di Pechino per conquistare economicamente il territorio africano e
risolvere così il problema della sovrappopolazione e l’imminente scarsità di
risorse naturali della Cina. Città fantasma come questa stanno sorgendo anche
in altre nazioni dell’Africa» L'agente Nemesis restò un attimo pensosa. Si accese un'altra paglia. Aspirò il fumo e lo soffiò fuori in fretta...
“Atterrò sul tetto in un
groviglio sussultante di nylon e fili attorcigliati. Sganciò la fibbia a rilascio
rapido dell’imbracatura del paracadute. La cupola di seta si afflosciò dietro
di lei.
Corse silenziosamente
per mettersi al riparo dietro uno dei comignoli per l’aereazione. Si tolse la
maschera dell’autorespiratore e sganciò la bombola dell’ossigeno. Poi si
spogliò della tuta termica sbocciando con la divisa da combattimento sotto.
Controllò la situazione, mantenendo il visore ad infrarossi davanti agli occhi.
La guardia stava transitando dalla parte opposta, sul camminamento che seguiva
la ringhiera della piattaforma dell’elicottero.
Controllò la distanza
del bersaglio: 97 metri, quasi al imite di portata della FK.
Estrasse la pistola
silenziata e prese la mira con calma. Tenendola in appoggio sulla sommità
squadrata del comignolo. Trattenendo il respiro, azzerò i tremori della mano e
tirò il grilletto. Un tump sommesso. E la testa della guardia scomparve in uno sbuffo fosforescente... ”
FK: la pistola da difesa sui 100 metri
La pistola semi-automatica FK Brno calibro 7,5mm FK è pensata per ingaggiare bersagli fino a 100 metri di distanza!
Realizzata interamente in acciaio inossidabile,
con processi costruttivi di ultima generazione ed una qualità da far
impallidire molte pistole da competizione o edizioni limitate da
collezione oggi presenti sul mercato, la pistola della FK Brno è
immediatamente riconoscibile anzitutto per il suo aspetto esteriore e
per la sua lunghezza totale di ben 24 centimetri; meno immediatamente
percettibili sono le caratteristiche tecniche che la rendono unica.
Tecnicamente parlando, la pistola
semi-automatica della FK Brno si basa su una chiusura Browning
modificata e su un classico scatto in azione mista.
Salta subito all'occhio quella lunga protrudescenza sotto la canna, dovuta alla presenza di un contrappeso metallico collegato alla
molla di ritorno; all'atto dello sparo, il contrappeso si muove
all'indietro col carrello, seguendo l'asse dell'energia del rinculo ed
opponendovi una spinta opposta verso il basso per ridurre i livelli di
rinculo e rilevamento a livelli pari a quelli di una .45 ACP.
Si parla di energie alla bocca pari o superiori a quelli di
una .44 Magnum, in una munizione a collo di bottiglia che viene
propulsa da una canna lunga sei pollici; tutti i test finora effettuati
indicano prestazioni mai raggiunte prima da una pistola semi-automatica:
rosate di 3,81cm (1,5 pollici) a cento metri − dunque ad una distanza
doppia rispetto a quella finora considerata massima per un'arma corta −
sono una costante, e rappresentano un salto quantico nelle capacità
d'ingaggio per questa tipologia d'armi.
Questa pistola è in grado, ad esempio, di ingaggiare perfettamente
un'auto in fuga e centrarne il conducente attraverso il parabrezza a
distanze che fino ad oggi avrebbero richiesto quantomeno l'uso di una
carabina con canna da 14,5 pollici. In più, sempre a distanze di 100
metri, oltre ad offrire rosate così strette, il calibro 7,5 FK resta in
grado di perforare una protezione balistica di Classe IIIA, e visto che
alla stessa distanza la munizione mantiene velocità di 475 metri/secondo
e livelli d'energia doppi rispetto a quelli di un qualsiasi 9 Parabellum alla bocca, la letalità è assicurata.
Sullo schermo di
sinistra, c’era un terzo documento. Quello che poteva servire per tirare somme
con fattori differenti, per giungere a nuove soluzioni di indagine.
La registrazione di un
interrogatorio effettuato qualche anno addietro dai servizi segreti sudafricani
riguardo un killer imprendibile e misterioso. Incredibilmente crudele. Che
firmava tutte le sue uccisioni in quel modo: rubava il cuore e lo bruciava. Il
nome in codice dell’assassino: Crazy Diamond.
...
La voce di Colombo
nel ricevitore auricolare, risuonava forte e chiara. «Si narra che si sia fatto cucire un diamante
sotto la pelle, al centro del petto. Un diamante di un carato ricavato dalle
ceneri del cuore della prima persona uccisa»
Beka si rivolse al suo collaboratore telematico. «Comincio a preparami,
pennuto…». In sottofondo stava avvertendo una musica suonare. La strofa di una
canzone: “Now there’s a look in your eyes. Like black holes in the sky. Shine
on you crazy diamond”[1]
[1]Adesso c’è uno sguardo nei tuoi occhi. Come buchi neri
nel cielo. Continua a splendere pazzo diamante.