venerdì 3 febbraio 2017

ULTIMO SANGUE SOUNDTRACK - THE ROSE

HANA LIN  EXHIBITION



 PAG 17
La cantante aveva i capelli biondo chiaro, quasi bianchi, raccolti dietro la nuca con quattro treccine che ondeggiavano. Si esibiva, accompagnandosi con un pianoforte a coda, in un vecchio e celeberrimo brano di Janis Joplin, The Rose. In una versione in mandarino molto suggestiva.
Yourén shuo, ài shì wújìn de yùwàng, shì wújìn de xuqiu
La voce argentina e suadente.
Wo shuo, ài shì yi duo hua

 




Sul ripiano del leggio porta spartito dava mostra di sé una rosa rossa con lo stelo tagliato corto.
“Alcuni dicono: l’amore è una fame, un bisogno doloroso e senza fine. Io dico: l’amore è un fiore.”
Sullo schermo gigante di fianco al palco, il primo piano della cantante: il viso tondo, i lineamenti marcati con tratti occidentali e orientali mescolati assieme. Le labbra carnose si muovevano increspandosi nel sillabare le parole della canzone, lucide e sensuali. Gli occhi a mandorla striati di blu e di verde, talmente intensi e luccicanti da far male.
Kenny Brera pensò che quella era una delle donne più belle che avesse mai visto e si sentì pervadere dall’emozione. Sguardo di velluto, lunghe ciglia che si abbassavano e si alzavano. La voce di un angelo e il volto di una dea.















venerdì 27 gennaio 2017

LOCOMOTION: Jaguar Lyonheart K







Beka posò lo sguardo su una delle auto da collezione parcheggiate sotto la tettoia apposita: una Jaguar Lyonheart K nera. L’aveva già notata quando era arrivata in quel posto qualche ora prima, per riportare a un padre angosciato la figlia rapita liberata. Una figlia adottiva che nascondeva un segreto impossibile: una insospettabile identità.
— Sappiamo che Tang si trova a Nairobi. E probabilmente starà attendendo con impazienza la notizia dell’eliminazione di Ari- stide Abnega.
— Quindi cosa suggerisce?
— In serata informeremo gli organi di stampa di ciò che è successo, senza entrare troppo nei particolari. L’ex vicepresidente morto in circostanze misteriose assieme alla figlioletta adottiva... — Beka continuava ad ammirare la Lyonheart sotto la tettoia: una splendida rivisitazione della mitica E-Type, come la sua auto che riposava nel garage del loft rifugio in cui abitava, a Parigi.


 






Beka raggiunse l’auto e sbirciò dentro l’abitacolo: il telecomando keyless era posato sulla plancia del cruscotto. Azionò la maniglia per sbloccare la portiera. Salì a bordo. Odore di pelle. Sedili morbidi e avvolgenti. Appeso allo specchietto retrovisore un cro- cefisso di legno. Spinse il pulsante rosso posto sopra il cambio e accese il motore con un rombo.







giovedì 26 gennaio 2017

VAPING





Alex Brera posò la tazzina vuota e recuperò la sua pipa elettronica. Controllò il serbatoio: era pieno per metà di un liquido ambrato. Infilò tra le labbra il drip tip e azionò l’atomizzatore. Aspirò profondamente. Poi espirò una nuvola bianca e densa, profumata di crema..








...si tirò indietro per appoggiarsi allo schienale della poltroncina, mise in bocca l’e-Pipe e strinse il cannello di plastica fra i denti. Altro tiro, altro sbuffo di vapore dolce da un angolo della bocca. Si tolse gli occhiali da lettura, posandoli sul ripiano della scrivania, e fissò l’agente Nemesis dritto negli occhi.
Lei sostenne quello sguardo. Per qualche secondo continuarono a fissarsi così, senza dire nulla. Fu lui a rompere l’incanto di quel silenzio. — Come ti senti?
Beka si strinse la cintura dell’accappatoio sui fianchi. — Per fare una battuta del cazzo: sento male solo quando respiro.
Lui annuì, succhiando un’altra boccata di vapore.
— Ma com’è tirare quella roba? — s’informò lei, mentre infilava la mano nella tasca dell’accappatoio per recuperare il pacchetto di Gitanes.
Alex piegò le labbra all’ingiù. — Molto meglio delle paglie. Perlomeno dopo non ci si sente la bocca come un posacenere non svuotato da giorni.
Beka a quelle parole lasciò il pacchetto dove stava, rinunciando ai suoi intenti.







Alex restò a guardarla mentre abbandonava il soggiorno, ammirandone le forme sinuose. Pensò alle parole di quella canzone: “i desideri non invecchiano, quasi mai”.
“Sacrosanto e giusto” si disse con una punta di malinconia infiltrata nella sua razione di angoscia quotidiana.
Qualunque emozione perturbatrice era la benvenuta, pur di tenere sedato il fottuto orco del dolore con i suoi morsi famelici. Dentro al cuore e oltre.
Infilò tra le labbra la pipa elettronica, ma non si accorse che era ormai finito il liquido e aspirò a vuoto deglutendo uno sgradevole aroma di bruciato.
“Ehi, come stai, sapore amaro?” pensò, con una certa ironia. Poi gli venne da lanciare improperi al cielo, ma si trattenne. Dio non aveva colpa di nulla. O forse sì?









Da una tasca della giacca prese la pipa elettronica e la infilò tra le labbra. Aspirò un tiro e sbuffò fuori il vapore.
Un’impiegata che stava passando nel corridoio in quel momento gli dedicò uno sguardo di rimprovero. — Non si può fumare qui dentro — disse fra i denti.
Lui le mostrò la pipa. — Non fa male, questa! — provò a giustificarsi.
L’impiegata tirò dritto e si allontanò, scuotendo la testa. Alex mise via la pipa elettronica. Fanculo.










Kenny estrasse dalla tasca del cappotto la pipa elettronica che era stata di suo padre. Mettendola in bocca, aspirò un tiro profondo, per poi esalare un’immensa nuvola di vapore che profumava di fragola.
— Ma che cazzo fai con quella roba da invertebrati? — lo apostrofò Barbier, cacciandosi fra i denti il solito mezzo toscano e prendendo a masticarlo con gusto. — Tale e quale suo padre, cazzo — brontolò, mentre una piccola lacrima sbucava da sotto gli occhiali scuri. Lasciò che scendesse senza preoccuparsene troppo.







Beka fece un altro tiro dalla sigaretta, e stavolta il sapore del tabacco combusto le parve orribile. Pensò alle parole di Alex: “Dopo ti resta la bocca come un posacenere non svuotato da giorni”. Sul punto di commuoversi ancora, buttò il mozzicone dal finestrino e subito dopo anche l’intero pacchetto.












LOCATION: SHANGAI - JIN MAO TOWER











Il bar Cloud 9 sul- la Jin Mao Tower aveva un servizio impeccabile. Il locale faceva parte del Jin Mao Grand Hyatt Hotel, che occupava i cinquantatré piani superiori dell’edificio. Ken adorava l’atmosfera vagamente art déco che aleggiava in quel posto. Reminiscenze stilistiche che richiamavano il passato coloniale della città, mescolate con modernismi lussuosi. Il progetto di quell’edificio era stato approvato da Deng Xiaoping quando aveva compiuto ottantotto anni, e il palazzo, formato da ottantotto piani, era stato inaugurato il 28 agosto 1998. Tutto sembrava ricondurre all’otto. Per i cinesi quel numero era simbolo di fortuna. Ken aveva voluto incontrare Hana lì anche per un motivo scaramantico. Tang era andato a sbrigare alcune faccende in Africa e sarebbe dovuto rimanere via ancora per qualche giorno. Almeno era quello che gli aveva detto. Ma non significava niente. Con un uomo del genere, non c’era mai nulla di sicuro: la menzogna faceva parte del suo stesso essere.
Di nuovo controllò l’orologio, con impazienza: le 19.10.
Perché lei non arrivava?
Guardò ancora fuori dalla vetrata. Il giorno stava morendo. E l’aria era sempre più scura. Un banco di nuvole proveniente da sudest aveva iniziato ad avvolgere la sommità del grattacielo trasmettendo una sensazione di soffocamento. A Kenny vennero in mente delle mani, le dita adunche di decine di fantasmi di vapore che cercavano di stringere la cima della torre.
Un presagio di sventura incombente?








venerdì 6 gennaio 2017

BOOKTRAILER ULTIMO SANGUE





Cosa lega Serkan Ikimse, terrorista leggendario comparso per la prima volta negli anni novanta, talmente crudele ed efferato da sembrare inesistente e Jonathan Tang, boss afrocinese a capo di una holding criminale incredibilmente potente e tentacolare?

Quale collegamento esiste fra un summit che riunisce i pezzi da novanta delle più pericolose organizzazioni terroristiche esistenti al mondo, l'ispiegabile guasto di un aereo di linea precipitato nelle acque del mar Rosso, e una strage perpetrata su cittadini inermi in una brasseria di Parigi?

L'agente Nemesis Rebecca Bannister, coaudiuvata da una banda di guerrieri anziani, miserabili ed eroici, con l'immancabile aiuto del suo fido partner telematico Colombo viaggiatore, dovrà cercare di vederci chiaro.

Tutto alla fine sembra ricondurre  a un evento umanitario organizzato in Costa d'Avorio. Il Santo Padre che celebra la Santa Messa di fronte a una platea di una decina di migliaia di persone, in mondovisione, per sostenere i bambini bisognosi nella  basilica di Nostra Signora della Pace, un edificio sacro ancora più maestoso di quella di San Pietro a Roma. 

Un attentato di proporzioni bibliche sta per essere portato a termine?
L'ultimo sangue da versare per raggiungere lo stadio terminale del terrore e della destabilizzazione...







ONLY FOR YOUR EYES